Il mio lavoro per fortuna mi ha portato in
luoghi molto belli sia a terra ma soprattutto sott'acqua. Per ciò ritengo giusto far
sapere alle persone che viaggiano molto, la bellezza a volte del tutto inaspettata che si
può ammirare ai tropici o anche in italia, luoghi fantastici paradisiaci, ma purtroppo
molti si godono solo la metà di quel luogo, l'altra metà è sott'acqua.
Nell'aprile del 96 mi trovavo alle maldive e lavoravo con una compagnia italiana su una
barca safari, una barca molto ben attrzzata all'epoca, capace di ospitare 16 persone, ma
in quel periodo non era ben pubblicizzata a livello subacqueo e molto spesso ci si trovava
a salpare da Malè con poche persone.
In una settimana di queste ci capitò un gruppo di persone molto simpatiche ma non sub,
erano una famiglia, a partire dal nonno e aveva occupato la barca con 10 elementi.
Fortunatamente erano tutte persone appassionate di maldive, infatti il nonno (sig.Romeo)
sapeva anche qualche parola in divehi. Purtroppo erano venuti alle Maldive con
l'intenzione di pescare, in tutti i modi (d'altura all'alba o al bollentino di sera).
Una mattina come tutte le mattine io o Marco (mio collrga e caro amico) dopo aver dato la
sveglia a Romeo e famiglia, ci siamo decisi a prendere il dhoni (tipica inbarcazione
maldiviana) per farci un'immersione "staff". Le bombole erano cariche e
inutilizzate ormai da giorni, gli unici contatti con il mare un pò ravvicinati per noi,
erano le escursioni snorkelling, che sono pur sempre una gran cosa alle Maldive. Vorrei
aggiungere che in quel periodo il "nino" non aveva ancora fatto il suo corso
completamente in quella zona. Quando lavori, raramente capita di essere senza ospiti così
la tentazione è stata troppo forte, proprio come quando senti di essere al posto giusto
al momento giusto, un classico.
Atollo di Felidhoo sud-est, pass di Fotteyo, ore 6,50 del mattino, il sole stava per
sorgere e via in acqua. L'ambiente era spettacolare come al solito, l'unica differenza era
la luce bassa che dava al tutto un colore abbastanza uniforme sul bal reef le alcionarie
color zaferano sembravano schizzi di senape, gli anemoni erano mossi da una modesta
corrente, ci scambiamo gli ok e aumentiamo la profondità fino ai 25-28 metri in parete in
prossimità di alcune grotte passanti la bellezza di grossi pelagici a caccia ci rapisce,
tonni, carangidi, pinna bianca fluttuano, schizzano per rincorrere i pesci più piccoli in
un rituale vecchio come il mondo. Finalmente scorgiamo un gruppo di squali grigi (eravamo
scesi con la speranza di vederli) che filano compatti verso nord-est e non sappiamo più
dove guardare. E' tutto bellissimo, perfetto, mi domando ancora una volta cosa ci facciamo
noi quì, cosa c'entriamo. La nostra profondità era circa di 35mt.+- quando guardando
sotto di noi c'erano 2 grossi squali martello che nuotavano nella nostra stessa direzione
a circa 40mt. di profondità. A quel punto ci scambiamo un segnale di intesa con Marco e
dopo esserci portati a circa 25-28mt. decidiamo di andare a nuotare nel blu, quindi
direzioniamo la bussola e cominciamo a pinneggiare nel nulla assoluto. Premetto che prima
dell'immersione avevamo fatto un briefing su come potevamo variare qualcosa una volta in
acqua, e immersioni di quel genere, ne avevamo già un pò alle spalle. Le condizioni
erano estremamente favorevoli, pochissima corrente e visibilità di circa 20mt. Dopo
alcuni minuti di pinneggiata cominciano a comparire, subito li vediamo molto profondi e
distanti, sfuocati da un minimo di termoclino, poi sempre più vicini, nitidi, grandi e
tanti. Eravamo sott'acqua ma toccavamo il cielo con un dito. Le nostre intuizioni erano
vere anche se non ci aspettavamo così tanto.
Anche se quel momento non è durato molto, e un sub esperto lo può confermare, questa è
e rimarrà "l'immersione" a me più cara.
Vorrei salutare Marco, spero che legga questo "nostro" racconto e si faccia
sentire.
Ciao a tutti e a presto.
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