Pulau Tioman, in Malesia,
è uno dei pochissimi posti nel quale non abbiamo ancora trovato il cosiddetto
"Turismo Organizzato", quella pericolosissima arma a doppio taglio
che, se da un lato ci permette di raggiungere lontani e sperduti paradisi
tropicali in maniera più o meno comoda ed economica, dall'altro è in grado
di distruggere questi luoghi ameni in brevissimo tempo, rendendoli sempre
più affollati e contaminando la vita semplice dei nativi con la nostra mentalità
consumistica.
A Tioman infatti, grande all'incirca come la nostra Ischia e completamente
circondata da una stretta striscia di candida sabbia finissima delimitata
dalla giungla, trovano posto soltanto un paio di piccoli e lussuosissimi
"villaggi" ed una quindicina di minuscoli resort, peraltro mai
completamente pieni ed abbastanza distanziati tra loro.
Oltretutto, essendo Tioman completamente invasa dalla giungla, spesso i
resort o i villaggi malesi sono raggiungibili solo via mare circumnavigando
l'isola.
Noi ci siamo ritrovati a Tioman per puro caso
..
Avevamo infatti programmato un lungo viaggio nelle Filippine alla
scoperta delle sue numerose e promettenti località subacquee nel periodo
più favorevole e secco dell'anno ma, una volta giunti a destinazione dopo
un viaggio allucinante durato circa 27 ore, siamo arrivati sotto una pioggia
battente che ci ha perseguitato in varie località (Cebu, Bohol, Moalboal,
Negros) per oltre 15 giorni.
Bagnati fradici, abbiamo deciso di mandare all'aria le Filippine e proseguire
il nostro giro verso lidi più asciutti, improvvisando.
Tornati a Singapore, ci siamo messi alla ricerca di una nuova allettante
meta e, dopo aver chiesto lumi all'ambasciata della Malesia, ci ha incuriositi
Tioman.
Raggiungere Tioman da Singapore non è difficile se si sceglie la via breve:
un miniaereo da 12 posti che in poco meno di un'ora porta alla micropista
d'atterraggio di Tioman (partenze con Pelangi Air alle 11.40 a.m. ed alle
1.20 p.m., rientro alle 10.00 ed alle 11.55 a.m., costo a.r. di 230 Singha
$, circa £.300.000 a persona) o al massimo il Ferry che parte dal World
Trade Centre e che in poco più di 4 ore attraversa le 122 miglia che separano
Singapore da Tioman (partenza alle 8.30, da Tioman alle 14.30 al costo di
150 S.$, circa 180.000 £.) ma, già che c'eravamo, abbiamo deciso che poteva
valere la pena di girare anche un po' per la Malesia e così abbiamo optato
per la via "lunga": autobus Pan Malaysia Express (non fatevi ingannare
dal nome, sono poco più che carrette) da Singapore a Mersing in circa 6
ore (partenze dalla piazza di Lavender Street Junction alle 9.00 ed alle
10.00 a.m., il rientro a orari fluttuanti, costo a.r. 22 S.$, circa 30.000
lire) e barca "veloce" da Mersing a Tioman (partenze alle 8.00,
12.00, 16.00, 17.00, rientri ad orari variabili, costo a.r. 50 M.$, circa
25.000 lire).
Il tempo occorrente da Mersing a Tioman, che distano 80 Km., è estremamente
variabile perché dipende dalle maree, che qui incidono non poco e può andare
da un minimo di 3 ore ad un massimo di 6, ecco svelato il perché i rientri
non hanno orari fissi.
Così facendo, per raggiungere Tioman da Singapore ci vogliono circa 11 ore,
ma forse ne vale la pena perché lungo il tragitto vi sono davvero molte
cose da vedere, non ultimo il modo in cui i Malesi vivono le loro giornate
nei campi e nei villaggi.
Ovviamente è possibile raggiungere l'isola dall'Italia anche via Kuala Lumpur
mediante un volo interno di poco più di un'ora senza dover necessariamente
passare per Singapore.
Giunti a Tioman,
poi, ci si dimentica di tutto il resto, affascinati da quell'aria antica
e selvaggia che permea quasi tutta l'isola e comunque sicuramente quella
parte in cui si trova il Panuba Bay, il resort che avevamo scelto per noi
in funzione dei siti di immersione che lo circondano e che non può certamente
fregiarsi dell'appellativo "lussuoso".
Piccolo, abbarbicato su grandi rocce di granito, con bungalow-palafitte
in legno raggiungibili tramite scalette ripidissime, senza acqua calda,
ma dotati di aria condizionata (necessaria in quell'ambiente caldo-umido
da giungla tropicale) e bagno in camera; la Reception-sala da pranzo costituita
da una piattaforma in legno con tetto di paglia, lambita da una striscia
di sabbia candida e finissima la cui larghezza è ampiamente condizionata
dalle escursioni di marea, bagnata da un'acqua spesso limpida e sempre calda.
Pulau Tioman è la più grande (!) di un gruppo di 64 isolette vulcaniche
tra cui Seri Buat, Sembilang, Tulai, Chebeh, Labas e Renggis, sparpagliate
in un arco sito a circa 80 Km. a Nord-est della regione di Johor; è pressoché
totalmente ricoperta da una lussureggiante vegetazione e popolata da una
moltitudine di animali, tra i quali spiccano per numero le scimmie e le
iguane (lunghe a volta più di un metro), che passeggiano per le spiagge
quasi per nulla intimoriti dai pochi turisti.
Verso il sud dell'isola, infine,
è possibile effettuare escursioni per vedere le magnifiche cascate ed il
piccolo villaggio di Mukut.
Il periodo migliore per recarsi in questa regione della Malesia va da marzo
a novembre, periodo in cui vi sono scarse precipitazioni e temperature calde
ma non afose.
Al Panuba Bay c'è un ben attrezzato diving (didattica NAUI) fornito di buone
attrezzature per il noleggio, gestito da una giovane coppia di americani,
Xavier e Janette e dotato di una capiente barca veloce in grado di raggiungere
i più disparati siti di immersione in meno di 1 ora.

Nell'isola non vi sono molti
diving, anche e soprattutto per la non eccessiva affluenza turistica; sono
reperibili soprattutto presso i pochi resort, ma anche in prossimità dei
piccoli villaggi come Tekek, Nipah e Mukut, dove la sera si improvvisano
barbecue sulla spiaggia con pesce freschissimo, aragoste, gamberoni e bibite
spesso non alcooliche (la Malesia è un paese a larga maggioranza mussulmana
e l'alcool, quando si trova, è sempre carissimo rispetto al costo della
vita locale che è davvero molto basso).
Le immersioni sono molto gradevoli grazie soprattutto all'acqua limpida,
calda e poco profonda (la profondità massima intorno all'arcipelago è di
circa 30 mt., ma la media è sui 20), il che si traduce in lunghe e piacevoli
immersioni senza stress.
Di contro è però doveroso segnalare che non abbiamo visto molto pesce grosso,
forse proprio a causa dei fondali poco profondi che tengono alla larga il
pesce di passo, almeno nel periodo in cui vi siamo stati noi.
Non mancano ovviamente le eccezioni infatti, oltre a grosse tartarughe,
barracuda, enormi bumpfish (parenti stretti dei pesci Napoleone cui somigliano
moltissimo, a parte la forma del bozzo frontale che nei bumpfish è più grosso
e pronunciato e nel colore, che è più slavato), nel corso di una delle oltre
30 immersioni che abbiamo fatto in loco siamo incappati in un incontro alquanto
strano: eravamo convinti che i pesci siluro vivessero solo in acqua dolce
o, al massimo, vicino alla foce di un fiume ed invece ne abbiamo incontrato
uno di oltre 1,5 mt. a più di ½ ora di barca veloce da Tioman, lontanissimo
da qualsiasi fonte d'acqua dolce e su di un fondale di 21 mt.
In un primo momento e da lontano tutto il gruppo immaginava di aver incontrato
uno squalo di barriera ed infatti ci siamo scambiati l'ormai internazionale
segnale di avvistamento squalo ma, una volta avvicinatici, ci siamo invece
ritrovati davanti una specie di pesce-gatto nero e troppo cresciuto.
Successivamente la guida che ci accompagnava ci ha informati che non è inconsueto
incontrarne di così grossi nelle vicinanze di Tioman.
Anche il reef corallino probabilmente risente dei bassi fondali e della
elevata temperatura dell'acqua poiché abbiamo notato una non eccessiva biodiversità,
che si manifesta in vaste aree colonizzate dallo stesso tipo di corallo,
il che, a volte, rende un po' monotona l'immersione.
Per finire forniamo i costi delle immersioni che in media vengono 85 M$,
poco più di 40.000 lire l'una, ma sul posto è possibile ottenere prezzi
migliori per pacchetti da 10 o per gruppi numerosi, mentre è consigliabile
portarsi con sé la propria attrezzatura poiché se da un lato è doveroso
segnalare che in loco se ne può trovare di buona qualità, dall'altro segnaliamo
che il noleggio è piuttosto caro, forse per i costi di importazione o di
trasporto.

Sergio Discepolo & Manuela Bonacina
Atmosphera
Diving Club